Introduzione alla lingua giapponese: hiragana e katakana

Ciao a tutti e ben ritrovati a Pillole di Giappone!

Come promesso, ha inizio la seconda parte della nostra rubrica dedicata alla lingua giapponese.

Quello di oggi è il primo di due articoli sulla scrittura: oggi è il turno di hiragana e katakana, mentre il prossimo sarà interamente dedicato ai kanji. Ma ora bando alle ciance, si comincia!

COME SCRIVERE IL GIAPPONESE?

Sillabario hiragana

La lingua giapponese è caratterizzata da due principali sistemi di scrittura: i kanji, caratteri di origine cinese, e il kana; a questi si aggiunge il rōmaji, utilizzato per traslitterare i caratteri giapponesi in lettere latine. Per trascrivere kanji e kana esistono più sistemi, sebbene il più diffuso sia il Sistema Hepburn (dal nome del missionario che lo ha creato), quello che utilizzeremo anche noi.
Con il termine kana vengono indicati i due sillabari fonetici: hiragana e katakana. Entrambi si sono sviluppati dai caratteri cinesi, ma attenzione: non possono essere utilizzati come più ci piacciono. Scopriamo quindi i loro diversi ambiti di utilizzo!

HIRAGANA: SCRITTURA “A FILO D’ERBA”
Gli hiragana, caratterizzati da tratti morbidi e arrotondati, derivano dalla stilizzazione dei kanji scritti in stile sōsho (草書, lett. “a filo d’erba”). Sono stati creati dalle dame di corte in periodo Heian (794-1185). Anche se non era permesso loro di studiare il cinese, potevano comunque esercitarsi nell’arte della calligrafia; per poter scrivere gli ideogrammi più facilmente e velocemente, le donne sono arrivate a definire una sorta di “corsivo dei kanji”, dal quale sono appunto derivati gli attuali hiragana.
Al giorno d’oggi lo hiragana è utilizzato principalmente assieme ai kanji per le parti funzionali della lingua, ad integrazione del sistema ideografico che rappresenta invece la parte semantica.

KATAKANA: AUSTERI COME I SUTRA

Sillabario katakana

I katakana, caratterizzati da forme rigide e spigolose, sono invece nati prendendo una parte dei kanji originali. Questo sillabario veniva inizialmente utilizzato per segnare la pronuncia delle parole nei sutra buddhisti, e per questo era considerato uno stile di scrittura maschile, al contrario dello hiragana.
Nel giapponese moderno vengono utilizzati per scrivere onomatopee e parole straniere, traslitterare nomi propri (es. ヴェネツィア, Venezia), e per scrivere i gairaigo(外来語). Cosa sono i gairaigo? Si tratta di parole 100% giapponesi ma “prese in prestito” da lingue straniere. Esistono anche casi di gairaigo totalmente inventati in Giappone, unendo più parole solitamente derivate dall’inglese. Ecco alcuni esempi:
• コンビニ konbini, abbreviazione di convenience store (コンビーニアンスストアー).
• リモコン rimokon, abbreviazione di remote controller (リモートコントローラー)
Rispetto allo hiragana, il katakana è considerato più difficile da memorizzare: sia perché viene studiato dopo il primo sillabario, sia perché il suo utilizzo è riservato a parole straniere e/o meno comuni.

SEGNI DIACRITICI E ALLUNGAMENTI

Segni diacritici. Gli stessi suoni possono essere formati utilizzando le corrispettive sillabe katakana

Quelle presenti, infatti, sono le sillabe base; aggiungendo dei pallini o delle virgolette (chiamati segni diacritici) ad alcune di esse, si possono formare le sillabe mancanti.
Altri suoni possono essere creati aggiungendo dei kana più piccoli alla destra della sillaba che vogliamo modificare; è il caso del “piccolo tsu”, che si usa per raddoppiare la consonante successiva. Allo stesso modo anche le sillabe “ya”, “yu” e “yo” se scritte in piccolo modificano il suono della sillaba che le precede (es. にゃnya, シュshu etc.).
Esistono, infine, suoni allungati che vengono indicati in modi diversi a seconda del sillabario di riferimento; nello hiragana vengono indicati con una vocale, mentre per il katakana si utilizza un trattino dopo la sillaba.

 

RIASSUMENDO
Come abbiamo visto, la lingua giapponese ha un complesso sistema di scrittura, in cui hiragana, katakana e kanji si mischiano e si integrano.
In questa lezione non abbiamo potuto parlare dei kanji, ma non disperate, perché la prossima lezione di lingua sarà interamente dedicata a loro. Prima però ci soffermeremo un po’ sul gioco del karuta assieme ad un ospite speciale …
Curiosi? Allora continuate a seguirci!
A presto,

Lilolilosa

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Fonti bibliografiche:
Hatsumi Ueda e Masako Suzuki, Kanji – Lingua Giapponese 1, Cafoscarina, 2012/2013.
Hiragana Katakana – Lingua Giapponese 1, Cafoscarina, 2012/2013