Ben ritrovati a Pillole di Giappone! Come promesso, ha inizio oggi il secondo modulo della parte linguistica della nostra rubrica dedicato ai vocabolari tematici; iniziamo quindi da un argomento che, in quanto MangaSchool, ci sta parecchio a cuore … stiamo ovviamente parlando degli strumenti del mangaka!
PER INIZIARE
Nonostante i programmi di disegno digitale siano sempre più all’avanguardia, molti 漫画家 mangaka, ovvero fumettisti, non riescono ancora a resistere al fascino della carta. Vediamo quindi gli strumenti tradizionali fondamentali per iniziare a dare vita alle proprie idee:
• えんぴつ enpitsu: matite da disegno. Questo termine compare spesso anche scritto in kanji: 鉛筆.
• 消しゴム keshigomu: gomma da cancellare. Una variante molto nota tra i mangaka è la 黒い消しゴム kuroi keshigomu, utilizzata soprattutto dopo la fase di inchiostrazione; si tratta infatti di una gomma nera che cancella la matita sottostante senza però opacizzare l’inchiostro.
• 鉛筆削り enpitsu kezuri: il classico temperamatite.
• ネームノート nēmu nōto: conosciuto anche come サムネイルノート samuneiru nōto (dall’inglese thumbnail note), si tratta di un blocco da disegno sul quale poter lavorare al name, ovvero la bozza delle tavole. Non è uno strumento indispensabile (può essere sostituito da semplici quaderni o sketchbook), ma è molto utile in quanto riporta i segni di taglio presenti nei fogli per le tavole definitive.
• 漫画原稿用紙 manga genkōyōshi: i classici fogli da disegno (solitamente in formato B4) con righelli e segni di taglio azzurri.
Questi strumenti sono necessari per eseguire le prime due fasi del lavoro: la prima è lo 下絵 shitae, ovvero la bozza del disegno, dalla quale si passa a realizzare le matite definitive sul manga genkōyōshi. Una volta finite le matite, possiamo passare alla fase successiva!
DALLA BOZZA AL DEFINITIVO
La terza fase è l’inchiostrazione. Gli strumenti più utilizzati sono:
• コミックインク komikku inku: è il termine generico per indicare la varietà di inchiostro utilizzato per realizzare i fumetti; ne esistono di diversi tipi, ad esempio in base alla loro resistenza all’acqua.
• つけペン tsuke pen: con questo termine vengono indicati i pennini usati dai mangaka; i più utilizzati, tra le molteplici possibilità, sono:
• Gペン G pen: il più semplice e versatile, soprattutto per i principianti; reagisce molto bene alla pressione della mano e permette quindi di creare tratti di diverso spessore.
• 丸ペン maru pen: questo pennino ha una punta molto più piccola di quella del G pen, e permette quindi di creare un tratto sottile e delicato, adatto soprattutto ai manga shōjo.
Pennini ed inchiostro sono i migliori amici del mangaka, ma in certi casi possono essere utili anche altri strumenti sostitutivi o ausiliari:
• ドローイングペン dorōingu pen, dall’inglese drawing pen: con questo termine vengono indicati generalmente i multiliner, ideali soprattutto per realizzare elementi geometrici o prospettici con l’aiuto di squadre e righelli.
• 筆ペン fudepen: si tratta di una penna ad inchiostro con la punta a pennello, perfetta per realizzare campiture di nero o effetti calligrafici.
GLI ULTIMI RITOCCHI
Ma cosa fare quando vogliamo realizzare una campitura senza appesantire il disegno? In questo caso giungono in nostro soccorso i カケアミ kakeami, particolari effetti grafici composti da reti di tratti; -アミ deriva infatti da 網 ami, che in giapponese significa “rete”, “intreccio”. Ne esistono quattro categorie, come illustrato nella vignetta qui a fianco.
Ovviamente gli effetti che si possono ottenere con pennini e inchiostro non finiscono qui! Ecco infatti qualche altra tecnica interessante per poter trasmettere determinate emozioni:
• ナワアミ nawaami: è simile al kakeami; in questo caso si tratta di un insieme di linee disposte “a serpentina”.
• ベタフラッシュ beta furasshu: i beta flash sono un insieme di linee cinetiche che si assottigliano verso un centro comune, e vengono utilizzati per focalizzare l’attenzione del lettore in un determinato punto della vignetta.
Una volta terminati inchiostri e campiture, possiamo quindi procedere all’utilizzo degli スクリーントーン sukurīn tōn, ovvero i retini. Quelli tradizionali sono molto delicati e difficili da utilizzare, perciò spesso i mangaka preferiscono scansionare le proprie tavole per inserirli digitalmente tramite appositi programmi. Esistono diverse tipologie di retini, anche con kakeami e altri effetti già pronti; una vera comodità, non trovate?
Dopo aver completato la fase di retinatura, si possono infine creare degli effetti di luce utilizzando lo ホワイト howaito, inchiostro bianco coprente.
E LE ILLUSTRAZIONI DI COPERTINA?
Una volta finite le tavole, si passa alla fase 100% digitale del lavoro, ovvero il lettering, la disposizione dei testi all’interno dei balloon. Dopo di che, i mangaka provvedono a creare anche delle illustrazioni promozionali che verranno utilizzate come copertine dei 単行本 tankōbon, ovverosia i volumetti della serie a fumetti. Anche le illustrazioni vengono ormai realizzate soprattutto in digitale, ma alcuni mangaka preferiscono ancora utilizzare tecniche tradizionali o, in alternativa, un mix tra le due. Tra gli strumenti più utilizzati per la colorazione tradizionale, i due più gettonati sono:
• コピック kopikku: i famosissimi Copic, pennarelli con inchiostro a base d’alcool nati in Giappone e utilizzati in tutto il mondo.
• 水彩絵具 suisaiegu: gli acquerelli, anch’essi molto apprezzati dai giapponesi.
Ovviamente gli strumenti utilizzabili non si limitano a questi pochi, ma sono tanti e vari e ogni mangaka ha le sue preferenze … in fondo, è la fantasia l’unico limite di un artista!
Si conclude qui il nostro vocabolario tematico sugli strumenti da disegno preferiti dai mangaka, ma prima vogliamo farvi una domanda: sapete chi ha dato origine al termine manga e ha portato alla nascita di questa arte? Se la risposta è no, non disperate perchè lo scopriremo nel prossimo articolo!
Continuate a seguirci, mi raccomando!
A presto,
-Lilolilosa
Fonti web:
https://www.too.com/manga/pen.html
http://arthiro.net/「/kakeami