Eccoci di nuovo riuniti sotto i ciliegi! Oggi continueremo a discutere della storia dei manga, focalizzandoci sulla narrativa che, assieme all’arte, ha posto le basi culturali per la nascita dei manga. いきましょう! (parte 2 di 3)
Iniziamo immaginando la vita nel tardo periodo Edo. La letteratura popolare in Giappone è finalmente nel pieno della sua prima vera fioritura. Nel campo della poesia, la figura di Matsuo Bashō 松尾 芭蕉 ha compiuto l’ultimo passo per la rivoluzione. Ormai l’haiku (da hokku 発句, la “strofa d’esordio” del genere popolare haikai no renga 俳諧の連歌, le “poesie di stampo giapponese a tono scherzoso”) viene considerato un genere autonomo e la letteratura poetica prolifica.
Ma la prosa non si è data meno da fare! La letteratura popolare con intento didattico (religioso e non) prosegue indifferente agli eventi storici, stavolta grazie al nuovo genere degli yomihon 読本 (i “libri da leggere”, nome interessante in quanto sono pubblicazioni praticamente prive di illustrazioni), di cui abbiamo parlato anche la scorsa volta, e l’unica che manca all’appello è la letteratura più disimpegnata, che ha iniziato in questi anni a muovere i primi passi. Ed è in questo ambiente che iniziano ad essere pubblicate le storie di un genere molto importante per i manga.
UNA SCRITTURA “DISIMPEGNATA”

Ecco un esempio di gesaku (戯作), gli “scritti per divertimento”, intesi talvolta anche con screzio negativo dato il minore impegno sociale e l’apparente “inutilità” di questo genere. I libri di questa scuola sono svariati tanto da richiedere un’ulteriore separazione. Possiamo quindi trovare: testi comici, sermoni satirici parodia dei sermoni buddhisti, libri “alla moda” sui fattacci dei quartieri di piacere, libri “sui sentimenti” principalmente femminili, ed addirittura testi destinati ai meno colti, scritti esclusivamente in kana. Sono anche caratterizzati da copertine colorate e da numerose illustrazioni, che spesso intersecano il testo scritto anche senza l’aiuto di nuvolette. La loro lunghezza è variabile (alcuni volumi sono composti soltanto da dieci pagine!), dato che spesso erano episodi periodici che finivano per costituire una storia intera, una volta raccolti. Vi ricorda qualcosa?
Un popolare esempio del genere è Tōkaidōchū Hizakurige 東海道中膝栗毛 (‘A piedi lungo il Tōkaidō’ nella traduzione italiana), un’opera la cui pubblicazione è iniziata nel 1802 che narra delle disavventure di due uomini mentre attraversano il Tōkaidō, la popolare (e popolata!) strada che unisce Kyōto alla capitale, Edo. L’opera è allo stesso tempo libro comico, guida di viaggio e riferimento per i luoghi e le mode popolari ai tempi, data la realisticità del racconto. La serie riscosse un enorme successo, tanto da spingere l’autore Jippensha Ikku 十返舎 一九, ormai divenuto uno degli autori più in voga del periodo, a scrivere un seguito (propriamente chiamato Zoku Hizakurige 続膝栗毛, “Il seguito di Hizakurige”) che però rimase inconcluso data la sua morte.

A : la data di pubblicazione (gennaio 1839) B : la lista dei numeri precedenti C : il nome dell’illustratore D : il nome del romanziere E : la casa editrice (Tsuru-ya) F : Una pubblicità di prodotti per la pelle.


I libri venivano creati tramite la moderna tecnica della stampa con blocchi di legno, arrivata nel periodo Kamakura (1185–1333) dalla Cina, dove nacque tempo prima, e finora utilizzata solo per libri stampati dai templi buddhisti. Il processo è molto semplice: i blocchi (tipicamente in legno di ciliegio) venivano cesellati in modo tale da creare la pagina desiderata (con i contorni in rilievo). Gli spazi concavi venivano riempiti di inchiostro che veniva trasferito sul foglio poggiato sopra tramite un cuscinetto a forma di disco detto baren 馬連.
L’EVOLUZIONE NEL TEMPO

Nel tempo la tecnica si sviluppò fino ad arrivare al punto di permettere stampe più elaborate e soprattutto policromatiche, da dopo la metà del secolo fino alla fine del 1700. La tecnica della stampa tramite blocchi di legno è la stessa utilizzata dai grandi artisti dello stesso periodo come Katsushika Hokusai 葛飾 北斎 e Tōshūsai Sharaku 東洲斎写楽 nelle stampe ukiyo-e 浮世絵. Correnti artistiche tali la shin-hanga 新版画 (“nuova stampa”, più affine al sistema tradizionale di divisione del lavoro tra più persone) e la Sōsaku-hanga 創作版画 (“stampa creativa”, in cui un solo artista si faceva carico dei lavori di disegno, stampa, e incisione) hanno riportato la tecnica in auge durante il ventesimo secolo con un ulteriore perfezionamento dal punto di vista tecnico.
Dato che abbiamo finalmente terminato l’infarinatura riguardo il campo artistico e letterario, il prossimo articolo parlerà dei primi, autonomi passi del genere.
じゃあね! Alla prossima!
– Mari ?
Fonti web:
https://www.britannica.com/art/Japanese-literature/Literature-during-the-Tokugawa-period-1603-1867
https://www.baxleystamps.com/litho/hasegawa/process_wb_c1953_fuji-wave.shtml
Fonti bibliografiche:
Pierantonio Zanotti, Introduzione alla storia della poesia giapponese: Dalle origini all’Ottocento, Marsilio, 2012
Adam L. Kern, Manga from the Floating World: Comicbook Culture and the Kibyôshi of Edo Japan, Harvard University Asia Center, 2006
Penelope Mason, History of Japanese Art, Pearson Prentice Hall, 2004
The Complete Woodblock Prints Of Yoshida Hiroshi, ABE Corporation, 1987
Fonti immagini:
https://blog.britishmuseum.org/wp-content/uploads/2018/11/xRed-books-manga-blog.jpg.pagespeed.ic.chU0gfvZfj.jpg
https://www.ndl.go.jp/jikihitsu/e/part1/img/img_s2_2_05.jpg
https://player.slideplayer.it/7/1743940/data/images/img7.jpg
https://i.pinimg.com/originals/55/df/47/55df47c0565a4bcc9f7be958b7936d04.jpg
https://www.baxleystamps.com/litho/hasegawa/process_wb_c1953_fuji-wave_6.jpg
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/40/Hiroshi_Yoshida%2C_Hikaru_umi%2C_1926.jpg